«Non ti ho amato per scherzo»
Varcato il portoncino della chiesa di Montecasale si può vedere un’icona dipinta da un nostro confratello, fra Francesco, rappresentante l’Ecce Homo: Gesù col volto tumefatto, coperto da un manto rosso e coronato di spine, con in mano una canna e lo sguardo fisso su chi guarda e, nella parte bassa dell’icona, la scritta «Non ti ho amato per scherzo». È un’immagine molto suggestiva,
Questa rappresentazione pittorica esprime la realtà profonda che lega il Creatore di tutte le cose con la sua creatura: l’amore.
Siamo troppo inclini a vedere nella passione del Signore solo l’aspetto doloroso, come se la Croce rappresentasse un mero strumento di sofferenza e morte, quindi ne sentiamo il rifiuto, un qualcosa da allontanare dalle nostre esistenze. Il dolore, pur facendo parte della vita, non ne è certo il fine, così la Croce non è simbolo del soffrire per il soffrire, come se il modello di felicità del cristiano consistesse in una sorta di masochismo collettivo. Il messaggio del Crocifisso è tutt’altro. La motivazione fondamentale della Redenzione è una sola, bene espressa nell’icona di fra Francesco: l’amore.
Sulla Croce Gesù dice a ogni uomo di ogni tempo: guarda fino a che punto ti amo, fino ad arrivare a dare per te anche l’ultima goccia di sangue.
«Dio è Amore» ci ricorda la prima lettera di Giovanni (4,8), e «in questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Gv 4,8-9). «Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,8); «se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso» (2Tm 2,13).
Dio ci ama non perché facciamo cose meritevoli, ma semplicemente per amore e la passione di Gesù ne è la più alta e significativa espressione.