In questa domenica delle Palme, la liturgia ci fa ascoltare la passione secondo Luca. Ogni evangelista ha un tono particolare nel raccontare gli ultimi momenti della vita di Gesù. Giovanni è certamente quello che si distacca più dagli altri, ma anche Luca conserva dei tratti originali. Possiamo rileggere il brano intero come un percorso che parte dal desiderio di Gesù e ci fa ritorna a lui nella comprensione e accettazione piena di questo desiderio.
«Ho desiderato di desiderio» inizia così la cena di Gesù con i discepoli come la narra Luca. Questo desiderio è ancora vivo e coinvolge noi, suoi discepoli, ai quali offre il suo corpo nel pace e il suo sangue nel calice: «per voi», ripetuto in ambedue le offerte. Da questa donazione si apre lo spazio della sequela. Più volte, in tutto il racconto, ritornano parole e immagini che indicano il seguire Gesù come filo conduttore della passione. Come nella descrizione delle donne, che lo accompagnano nel pianto mentre porta la croce, e ne seguono la deposizione del corpo dietro Giuseppe d’Arimatea.
Colui che dirige questa sequela è proprio il Signore. Lo fa resistendo alla tentazione di mostrare che lui è il Cristo, operando secondo la potenza degli uomini, perseverando, invece, nella sua missione che accoglie l’umanità intera in un gesto assoluto di perdono: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Anche i due malfattori lo seguono, costretti certamente, ma di fatto anch’essi posti in una sequela che li fa stare «con Gesù»: uno sarà con Lui fin dall’oggi, l’altro chissà quando.Si spacca il giorno in due, fra luce e tenebre; si squarcia il velo più interno del tempio … si apre un varco verso la comunione con Dio, iniziata e offerta nella cena.
In quella cena, si anticipa l’immagine di coloro che governano secondo la logica del regno: servendo come il Signore che sta in mezzo come colui che serve, nel recupero della memoria giovannea della lavanda. È questo il mangiare la Pasqua con Gesù. Questo è il suo desiderio. Non attende altro che il nostro assenso in una sequela sino alla fine.