… que la humíldad siempre labra como la abeja en la colmena la miel, que sin esto todo va perdido. Mas consideramos que la abeja no deja de salir a volar para traer flores; así el alma en el proprio conoscimiento, créame y vuele algunas veces a cosiderar la grandeza y la majestad de su Dios. Aquí hallará su bajeza mejor que en sí misma, y más libre de las sabandijas adonde entran en las primera piezas, que es el proprio conocimiento; que aunque, como digo, es harta misericordia de Dios que se ejercite en esto, tanto es lo de más como lo de menos – suelen decir – . (Teresa di Gesù, Il castello interiore, prima stanza, capitolo secondo).
L’umiltà è sempre al lavoro, come l’ape nell’alveare. Senza il suo lavoro, tutto va perduto. L’ape non dimentica di volar via per portare il polline. Così l’anima, dalla stanza della conoscenza di sé, ogni tanto vola via, alla conoscenza di Dio. Da quell’altezza si rende conto del suo stato meglio che restando in se stessa; è più libera dai serpenti che s’intrufolano nella prima stanza. Quanto è grande la misericordia di Dio in questo.
Esercizio d’umiltà per la prima settimana di novembre: trovare dieci minuti al giorno, interrompendo il nostro lavoro per fermarsi e scoprire nella verità quali sono le motivazioni per cui operiamo nei vari ambiti della nostra vita. E se non sono dettate dall’umiltà del bene per gli altri, rettifichiamo le nostre intenzioni! Scoperta la nostra vanità nell’agire, non dobbiamo smettere di operare, ma riscopriamo l’umiltà nelle stanze del cuore.