Il numero 56 delle Costituzione dei Frati Minori Cappuccini tratta degli Esercizi spirituali e ritiri. È suddiviso in due numeri di cui il primo così si esprime: «Per rinnovare continuamente la nostra vita religiosa, tutti i frati, ogni anno, facciano gli esercizi spirituali e ci siano anche altri periodi di ritiro.»
Questo numero, pur essendo breve, contiene molti spunti per la vita spirituale del singolo frate e, di riflesso, per la vita fraterna. Innanzitutto si parla di “rinnovare continuamente la nostra vita religiosa”, perché essa sia sempre un crescere e progredire verso il suo fine, che è anche il fine di ogni credente, cioè l’unione con Dio, e non ristagni affievolendosi in una routine tiepida e priva di gioia. La vita del fedele deve essere sempre un muoversi verso Colui che può realizzare la salvezza, dare pienezza e vita vera. Per questo sono richiesti periodi di tempo da dedicare più intensamente alla cura dello spirito, dello stare alla Sua presenza. E questi momenti (‘Esercizi spirituali’) di più intensa preghiera, raccoglimento e approfondimento del rapporto personale con Dio, siano fatti non solamente da alcuni, ma da “tutti i frati”, e non saltuariamente ma con cadenza regolare, almeno una volta all’anno.
A margine sono richiamati alcuni documenti della Chiesa e articoli del Codice di Diritto Canonico, a convalidare e rafforzare quanto detto in tale punto (cf. Christus Dominus 16; Apostolicam actuositatem 32; Codex Iuris Canonici 246,5; 276,2; 663,5). È interessante notare come nel primo e terzo numero del CIC citati in parentesi sia menzionata l’orazione mentale (si veda in questo sito alcuni articoli precedenti sull’argomento) come pratica per tendere alla santità, a confermare quanto tale metodo di preghiera sia necessario e fruttuoso per tutto il corpo ecclesiale.
Il punto secondo del numero 56 delle Costituzioni dice: «A questo fine i ministri e i guardiani provvedano affinché ciascun frate, anche coloro che vivono fuori della casa religiosa, abbia il tempo necessario e l’opportunità.»
Così è coinvolta la fraternità, specificatamente nelle persone dei ministri e dei guardiani, i quali sono, per il loro ufficio, investiti di responsabilità anche per la cura spirituale dei confratelli. Devono provvedere affinché “ciascun frate”, cioè tutti, anche quelli che per vari motivi “vivono fuori della casa religiosa, abbia il tempo necessario e l’opportunità” di fare gli esercizi spirituali.
Anche in questo numero è riaffermato il primato della vita spirituale nella vita consacrata, senza la quale è impossibile vivere il primo e particolare dovere di tutti i religiosi: la contemplazione delle verità divine e la costante unione con Dio nell’orazione (vd. CIC 662\1).
Gli esercizi spirituali e momenti di ritiro dovrebbero essere vissuti da ogni fedele, per conoscere e seguire meglio il Signore, crescere così nella fede, e unirsi a Lui.