Spesso si pensa che la preghiera sia una cosa superflua per l’esistenza, che si possa vivere bene il quotidiano anche senza pregare, senza curare minimamente l’aspetto spirituale. Molti si chiedono a cosa serva pregare e lo ritengono solo una perdita di tempo. Sono molti mesi che Papa Francesco nelle sue catechesi delle Udienze Generali del mercoledì tratta della preghiera: l’affronta e l’espone nelle sue molte sfaccettature, chiarendone la fondamentale importanza che ha nella vita di ogni fedele. Mercoledì 14 aprile ha parlato de La Chiesa maestra di preghiera:
«La Chiesa è una grande scuola di preghiera. Molti di noi hanno imparato a sillabare le prime orazioni stando sulle ginocchia dei genitori o dei nonni. Forse custodiamo il ricordo della mamma e del papà che ci insegnavano a recitare le preghiere prima di andare a dormire.» «La vita di una parrocchia e di ogni comunità cristiana è scandita dai tempi della liturgia e della preghiera comunitaria. Quel dono che nell’infanzia abbiamo ricevuto con semplicità, ci accorgiamo che è un patrimonio grande, un patrimonio ricchissimo, e che l’esperienza della preghiera merita di essere approfondita sempre di più.»
La fede cresce con la persona, con le esperienze e gli incontri che ognuno fa nella propria vita, ma è alimentata dal tempo che dedichiamo alla preghiera: la fede di chi non prega lentamente andrà ad affievolirsi, fino anche a esaurirsi, accampando poi il pretesto di “non sentire più nulla” o addirittura arrivare a pensare che Dio sia solo un’invenzione consolatoria. In realtà siamo noi che non abbiamo curato la nostra ‘amicizia’ con la persona più importante della nostra esistenza, il nostro Creatore, e se un rapporto non è curato, non è tenuto vivo, inevitabilmente andrà a esaurirsi. Saremo stati noi a lasciare morire di fame la nostra fede, non nutrendola con la preghiera. Dio ci aspetta nella nostra libertà, anche di rifiutarlo voltandogli le spalle, tale scelta però sarà tutta a discapito della nostra interiorità, del gusto della nostra esistenza e dello scoprirne il senso. Così si esprime ancora il Papa a riguardo:
«E il respiro della fede è la preghiera: cresciamo nella fede tanto quanto impariamo a pregare. Dopo certi passaggi della vita, ci accorgiamo che senza la fede non avremmo potuto farcela e che la preghiera è stata la nostra forza. Non solo la preghiera personale, ma anche quella dei fratelli e delle sorelle, e della comunità che ci ha accompagnato e sostenuto, della gente che ci conosce, della gente alla quale chiediamo di pregare per noi.»
Papa Francesco ribadisce con chiarezza che senza la preghiera la fede non può sostenersi, “il respiro della fede è la preghiera”.
«Anche per questo nella Chiesa fioriscono in continuazione comunità e gruppi dediti alla preghiera. Qualche cristiano sente perfino la chiamata a fare della preghiera l’azione principale delle sue giornate. Nella Chiesa ci sono monasteri, ci sono conventi, eremi, dove vivono persone consacrate a Dio e che spesso diventano centri di irradiazione spirituale. Sono comunità di preghiera che irradiano spiritualità. Sono piccole oasi in cui si condivide una preghiera intensa e si costruisce giorno per giorno la comunione fraterna. Sono cellule vitali, non solo per il tessuto ecclesiale ma per la società stessa. Pensiamo, per esempio, al ruolo che ha avuto il monachesimo per la nascita e la crescita della civiltà europea, e anche in altre culture. Pregare e lavorare in comunità manda avanti il mondo. È un motore. Tutto nella Chiesa nasce nella preghiera, e tutto cresce grazie alla preghiera.»
Tutto nella Chiesa deve nascere dalla preghiera, altrimenti si potranno fare anche molte cose ma non secondo il progetto di Dio, ci saranno tante cose fatte dagli uomini ma senza Dio. Tutto questo si ripercuote anche nella società civile: dove non si prega, non si può costruire “giorno per giorno la comunione fraterna”.
Il Papa mette in guardia da un pericolo:
«Quando il Nemico, il Maligno, vuole combattere la Chiesa, lo fa prima di tutto cercando di prosciugare le sue fonti, impedendole di pregare.» «La preghiera è quella che apre la porta allo Spirto Santo, che è quello che ispira per andare avanti. I cambiamenti nella Chiesa senza preghiera non sono cambiamenti di Chiesa, sono cambiamenti di gruppo.» «Se cessa la preghiera, per un po’ sembra che tutto possa andare avanti come sempre – per inerzia –, ma dopo poco tempo la Chiesa si accorge di essere diventata come un involucro vuoto, di aver smarrito l’asse portante, di non possedere più la sorgente del calore e dell’amore.»
Parole forti che mostrano come senza la preghiera anche il calore umano si indebolisca e l’amore diventi quasi impossibile, soppiantato dai progetti individualistici di ognuno.
«Possiamo concludere che la lampada della fede sarà sempre accesa sulla terra finché ci sarà l’olio della preghiera.
E questo è un compito essenziale della Chiesa: pregare ed educare a pregare. Trasmettere di generazione in generazione la lampada della fede con l’olio della preghiera. La lampada della fede che illumina, che sistema le cose davvero come sono, ma che può andare avanti solo con l’olio della preghiera. Altrimenti si spegne. Senza la luce di questa lampada, non potremmo vedere la strada per evangelizzare, anzi, non potremmo vedere la strada per credere bene; non potremmo vedere i volti dei fratelli da avvicinare e da servire; non potremmo illuminare la stanza dove incontrarci in comunità… Senza la fede, tutto crolla; e senza la preghiera, la fede si spegne. Fede e preghiera, insieme. Non c’è un’altra via. Per questo la Chiesa, che è casa e scuola di comunione, è casa e scuola di fede e di preghiera.»
Così, sollecitati dall’insegnamento del Papa, la domanda iniziale sull’utilità della preghiera, penso si debba necessariamente trasformare in: “È possibile vivere senza pregare?”
Ogni cuore che cerca l’amore vero dia la propria risposta.