Nel viaggio apostolico in Grecia dello scorso mese di dicembre, Papa Francesco ha voluto incontrare i giovani nella Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline a Maroussi in Atene.
Molteplici sono stati gli spunti di riflessione offerti dal Papa, anche in risposta alle sollecitazioni emerse dalle testimonianze, di vita e di fede, di tre giovani che hanno preceduto l’intervento del pontefice.
Una ragazza si era espressa circa i suoi ricorrenti dubbi di fede, il Papa così risponde:
«Non abbiate paura dei dubbi. Al contrario, i dubbi sono “vitamine della fede”: aiutano a irrobustirla, a renderla più forte, cioè più consapevole, la fanno crescere, la rendono più libera, più matura. La rendono più disposta a mettersi in cammino, ad andare avanti con umiltà, giorno dopo giorno. E la fede è proprio questo: un cammino quotidiano con Gesù che ci tiene per mano, ci accompagna, ci incoraggia e, quando cadiamo, ci rialza. Non si spaventa mai. È come una storia d’amore, dove si va avanti sempre insieme, giorno per giorno. E come in una storia d’amore arrivano momenti in cui bisogna interrogarsi, farsi domande. E fa bene, fa salire il livello della relazione! E questo è molto importante per voi, perché voi non potete andare sulla strada della fede ciechi, no, ma interloquire con Dio, con la propria coscienza e con gli altri.»
La fede è la quotidianità di vita con Gesù, è la nostra storia d’amore vissuta con Dio, con i suoi alti e bassi. Il dubbio non è sintomo di crisi distruttiva e disgregante di quest’amore ma interrogarsi su di esso, tenerlo in considerazione con interrogativi per mantenerlo vivo, per crescere e maturare in esso. Il dubbio porta a scoprire nuove motivazioni per amare, nuove energie per amare ancora, nuove sfaccettature per crescere nella conoscenza dell’amato e così amare ancora di più.
Il Papa esorta i giovani a fuggire i dubbi su se stessi, il sentirsi inadeguati di fronte alle vicissitudini della vita: «è una tentazione da respingere! Il diavolo ci mette nel cuore questo dubbio per gettarci nella tristezza», indicando come cura lo stupore, il meravigliarsi.
La meraviglia di fronte alle cose che sono, alla nostra esistenza, all’armonia del creato, al mistero della vita, nell’antica Grecia ha dato origine alla filosofia:
«Ma lo stupore non è solo l’inizio della filosofia, è anche l’inizio della nostra fede. Il Vangelo parecchie volte ci dice che quando qualcuno incontra Gesù si stupisce, sente lo stupore. Nell’incontro con Dio sempre c’è lo stupore: è l’inizio del dialogo con Dio. E questo è così, perché il nostro aver fede non consiste prima di tutto in un insieme di cose da credere e di precetti da adempiere. Il cuore della fede non è un’idea, non è una morale, il cuore della fede è una realtà, una realtà bellissima che non dipende da noi e che lascia a bocca aperta: siamo figli amati di Dio! Questo è il cuore della fede: siamo figli amati di Dio! Figli amati: abbiamo un Padre che veglia su di noi senza smettere mai di amarci. Riflettiamoci: qualsiasi cosa tu pensi o faccia, fossero anche le peggiori, Dio continua ad amarti. Io vorrei che questo lo capiate bene: Dio non si stanca di amare. Qualcuno può dirmi: “Ma se io scivolo nelle cose più brutte, Dio mi ama?” Dio ti ama. “E se io sono un traditore, un peccatore tremendo, e finisco male, nella droga… Dio mi ama?” Dio ti ama. Dio ama sempre. Non può smettere di amare. Ama sempre e comunque.»
Perché Dio è Amore (vd. 1Gv 4,8), e anche «se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso» (2 Tm 2,13).
Menzionando il versetto 14 del salmo 139 che dice “ha fatto di noi delle meraviglie, delle meraviglie stupende”, papa Francesco dichiara ed esorta: «Noi, per Dio, siamo una meraviglia stupenda. Lasciati invadere da questo stupore. Lasciati amare da chi crede sempre in te, da chi ti ama più di quanto tu riesca ad amarti.»
Quest’accorato invito all’amore è l’indicazione chiara alla via di santità, alla vita di comunione profonda con Dio e con i fratelli (vd. Gaudete et Exsultate. Esortazione Apostolica sulla Chiamata alla Santità nel Mondo Contemporaneo).