Troppo spesso viviamo le nostre relazioni non come dono ma come impedimento alla realizzazione delle nostre prerogative, dei nostri interessi, come limite alla nostra libertà.
La famosa frase di Martin Luther King: «La mia libertà finisce dove comincia quella dell’altro», è stata coniata per mettere il fuoco delle relazioni sul rispetto reciproco, però, leggendola con gli occhi dei nostri tempi, essa suona come un limite alla libertà personale poiché la frase che oggi impera nella nostra (civilissima!) società è: «Io devo fare tutto quello che mi pare!», comprese le cose più assurde e aberranti. Stando così le cose, la soluzione ottimale sarebbe che l’altro non avesse libertà, fosse succube e schiavo del nostro volere, in questo modo potremmo fare veramente “tutto quello che ci pare”.
Tale atteggiamento, ormai tanto diffuso, nasce da una società che ha accentuato troppo gli aspetti individualistici della vita. Così anche la relazione con Dio non è più un incontro che cambia in meglio le nostre esistenze, dandogli prospettive nuove e orizzonti di senso più ampi basati sull’amore. Alla stessa stregua, i comandamenti non sono più esortazioni fatte da un Padre buono ai suoi figli, così che possano vivere bene, non commettendo errori che porterebbero a conseguenze estremamente negative per sé e per gli altri, permettendo in tal modo di restare sempre veramente liberi e consapevoli del proprio agire; ma sono considerati mere imposizioni, studiate appositamente per porre dei vincoli autoritari di controllo alla libertà.
In realtà quelli che possono essere considerati dei limiti, sono come argini per contenere il turbinio di passioni che si rimescolano nei nostri cuori e ci aiutano a conoscerci meglio, a discernere le nostre pulsioni, istinti e pensieri, perché non tutto ciò che passa per la mente è cosa buona, non tutto ciò che si agita nel nostro animo è da assecondare, come non tutto ciò che fa comodo corrisponde al vero bene. San Giovanni nella Prima Lettera 4,1 afferma: «Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio.»
I limiti servono a liberarci dalla schiavitù dei vizi, che tolgono la pace, riducono a brandelli l’anima, il più delle volte senza accorgercene, riempiendoci di sensi di colpa, di risentimenti, d’incapacità di perdonarci e perdonare, di amarci e di amare. Al contrario, essi ci introducono nella via delle virtù, per prima quella cardinale della temperanza, e insieme a cascata tutte le altre: fortifica lo spirito; rende capaci di un prudente discernimento degli avvenimenti, del comportamento da tenere; dona un equilibrato senso di giustizia, coerenza di vita. Apre la mente e lo spirito all’ottimismo, alla speranza che tutto andrà per il verso giusto, si risolverà, si realizzerà; a scoprire che il bene esiste, rinsalda la fiducia, dischiude la vita alla fede costatando che qualcuno ci vuole bene per davvero e non siamo soli mai. I limiti permettono di mettere ordine nelle nostre vite spesso troppo disordinate, trasformandole da un caos fino a renderle un cosmo, un giardino fiorito. I limiti servono a renderci persone amabili e capaci di amare, di scoprire il dono che siamo per noi stessi e per gli altri. I limiti servono a tirare fuori il meglio di noi, la bellezza profonda che è in ognuno di noi e scoprire e accogliere la bellezza che è nell’altro, senza invidia, ma come un dono meraviglioso.
È uno dei tanti paradossi della vita, ma che incarna sempre una grande verità: è nel limite che siamo veramente liberi. Solo scoprendo i nostri limiti e rispettandoli possiamo vivere davvero in pienezza.
«È il vento. Non lo vedi né lo senti sinché non trova un ostacolo, come tutte le cose che ci sono sempre state. Persino il mare sembra senza limiti, eppure canta solo quando li trova: infrangendosi sulla chiglia diventa schiuma; spezzandosi sugli scogli, vapore; sfinendosi sulle spiagge, risacca. La bellezza nasce dai limiti, sempre.» (D’Avenia A., Cose che nessuno sa, Mondadori 2011, p. 11)
Noi siamo vento e siamo mare quando incontriamo l’Amore che ci ha creato, che non è un ostacolo alla felicità ma realtà concreta che ci fa capire ciò che siamo; e se lo lasciamo agire in noi, se gli permettiamo di brillare nelle nostre vite, Egli ci illuminerà dal di dentro e saremo luce nel mondo e ci guiderà sulla via di una gioia senza fine, perché eterna.